Visualizzazione post con etichetta Dolci. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Dolci. Mostra tutti i post

sabato 20 ottobre 2012

Le trecce obese....MTC ottobre!

Vorrei poter dire di essermi documentata a dovere sulla tradizione ebraica, di aver letto ogni articolo in merito o ogni pagina di wikipedia prima di intraprendere la strada del Pane Dolce del Sabato. 
Confesso, non è così. Ho letto i post di Eleonora e delle nostre carissime amiche di Menù Turistico e mi sono attenuta alle loro indicazioni....più o meno...
La mia testa ultimamente vaga per altri lidi, arrivata a 38+3 in questa gravidanza ho un solo pensiero fisso......chiedo perdono!!! Non volevo però mancare all'appuntamento mensile, e sfida con me stessa, vediamo se nonostante l'enorme panza ora, e l'arrivo della gnappa poi, riuscirò a non saltarne neppure uno....
L'impresa comunque, sempre grazie alla mia mente che in questo periodo è meno connessa del solito, ha rischiato di finire male (anzi, sono tutt'ora dell'idea che se vorrete mettere fuori concorso le mie due trecce obese, considerando il loro aspetto, avrete tutto il diritto di farlo....), ma io ho cercato di non demordere lo stesso e quello che segue è il racconto di come due trecce sono diventate....obese. 

Era un giovedì mattina, il pargolo era a scuola e il marito stava andando al lavoro. Io, mi apprestavo a impastare, far lievitare e intrecciare. Il primo intoppo è stato accorgersi che il pacchetto di zucchero che pensavo di avere in dispensa in realtà non c'era. Ok, pazienza. Esco e vado a comprarlo. Rientro a casa e inizio le operazioni di impasto e poi metto tutto a lievitare. Aspetto pazientemente due ore. Al momento di tirare la pasta, farcirla, intrecciarla e rimetterla a lievitare, mi accorgo che la fine delle due prossime ore di lievitazione, coinciderà con il momento in cui dovrò andare a prendere il figliolo a scuola e portarlo al corso di inglese. Penso che una mezz'ora in più non puo rovinare niente, e calcolo di riuscire a rientrare a casa e cuocere le trecce nell'ora in cui il pargolo fa il suo corso di lingua. 
Così, ripongo le trecce nel forno spento per la seconda tranche di lievitazione e mi fiondo ai cancelli della scuola del bimbo. Solitamente lui prende il pulmino, ma visto che al giovedì ha questo corso vicino a scuola e dopo solo mezz'oretta dall'orario di uscita, vado di persona. Diventa così anche un occasione per incontrare le altre mamme che altrimenti non vedo mai. Fra queste, ce n'è una con la quale vado particolarmente d'accordo e che vedendomi mi ha detto: "ooh, dai, visto che io adesso sono libera, e tu hai un ora da aspettare per Gabri, perchè non vieni a casa da me, ci prendiamo un caffè e facciamo due chiacchere?"
WUUUUUUUSSSSHHHHHHHHHHHH
questo è stato il rumore del mio cervello che in pratica resettava. Come d'incanto, ho dimenticato tutto...lobotomizzata dall'offerta di un caffè e chiacchere in compagnia. Il dopo, è un crescendo di rincoglionimento della sottoscritta: cancellata ormai l'esistenza delle povere trecce, sono passata ai successivi impegni che scandivano la giornata, come se niente fosse. Recuperato Gabri dal corso, siamo andati a casa dei miei per cenare con loro (santa nonna che ci accoglie così io non devo cucinare e risistemare piatti e pentole), e solo verso le nove e mezza siamo rientrati a casa. E solo allora
 TADAAAAAAAAA!!!!! 
rumore del mio cervello che si ricollega e improvvisamente ricorda: le trecce!!!!!!
Mando Gabri in bagno a lavarsi e vado a controllare: sono enormi, gigantiche, hanno lievitato oltremodo per ore e ore, quasi fondendosi l'una nell'altra...La mia prima reazione è stata
 @#!!#@]]censura@@##!!  
e poi ho deciso di provarci lo stesso....Le ho tirate fuori, spennellate con l'uovo e ricoperte di semi e cotte. 
Il forno ha voluto farmi l'ultimo scherzo. Il timer, non chiedetemi come ne perchè si è inceppato, e non ha suonato al momento giusto. Le povere trecce obese hanno pure cotto almeno 5 minuti più del dovuto, rischiando di diventare obese e ustionate....sono diventate obese e piuttosto abbronzate, ma ce l'hanno fatta per il rotto della cuffia. 
Io ve le propino comunque, perchè al di la del loro peso forma perduto e l'abbronzatura cafona, sono davvero ottime. 





Alla clemenza della giuria se voler loro bene comunque, nonostante le imperfezioni o se metterle fuori concorso per spronarle a fare una dieta e seguire uno stile di vita più sano....ehehehehe

E' comunque con orgoglio estremo che anche questo mese, obesa e ripiena come le mie trecce, partecipo all'MTC di ottobre!!!!





PANE DOLCE DEL SABATO
 (con zucca e amaretti - e con marmellata di prugne e limoni, banana e mirtilli)

Per l'impasto: seguite le indicazioni di Eleonora

Per il ripieno:
per una treccia: ho usato una confettura (comprata all'isola d'Elba) di zucca e amaretti
per l'altra: ho usato una marmellata di prugne e limoni fatta da me questa estate, una banana e dei mirtilli

Dopo aver preparato l'impasto e averlo fatto lievitare, l'ho diviso in due parti e successivamente in tre parti le due ricavate.
Ho tirato la sfoglia

e ho farcito, la prima treccia con la confettura di zucca e amaretti


e la seconda treccia con uno strato della mia marmellata, una banana tagliata a rondelle sottili e dei mirtilli (alla prova assaggio, entrambe le trecce sono ottime, ma questa è la mia preferita: la marmellata e i mirtilli donano una punta di acidità meravigliosamente addolcita dalla banana e dalla dolcezza e morbidezza dell'impasto...provare per credere!!!)

Ho intrecciato tutto e riposto a lievitare.....il resto è storia, e ve l'ho raccontata nel post!!! :D :D :D





sabato 21 luglio 2012

MTC di luglio: il mio gelato al gusto biscotto!



A questa tornata avrei potuto fare più danni della grandine.... ma come sempre ci sono i fattori X che si presentano quando meno te l'aspetti. 
Ma andiamo con ordine....prima di tutto, il tema proposto mi ha entusiasmata. E il motivo non è nemmeno da spiegare, sono una delle più grandi mangiatrici di gelato, mi piace da impazzire. In secondo luogo, l'MTC da sempre modo di imparare cose nuove, ed infatti, imparo a fare il gelato oltre che mangiarlo. Perchè sino ad ora, ho sempre e solo gustato gelato (artigianale certo!) di gelateria. 
Terzo ed ultimo, quale pretesto migliore, quale scusa più plausibile e inattaccabile da utilizzare con Brady per acquistare la macchina del gelato? (sccchhhh....non vorrete mica spifferargli che si può fare anche senza?!?!!? Zitte spione! ahahahaha). L'MTC è ormai diventato un'istituzione anche per lui, e se si deve fare il gelato, gelato sia e compriamo L'INDISPENSABILE gelatiera (che punto da secoli, ma ho sempre rimandato....)

Avevo in mente cose turche...una mattonella bigusto con biscotto in mezzo...un gelato al mirtillo visto che la mia amica Lucia me lo ha suggerito dicendomi che tra l'altro le stava arrivando un carico di mirtilli freschi freschi appena raccolti a costo irrisorio (arrivati però solo ieri sigh, e quindi pappati così..bboni!)...ma al solito, tra il dire e il fare ci stanno di mezzo mille cose. Prima fra tutte, per me l'mtc di sto mese scade oggi, domani parto per la montagna e torno il 29...quindi, o adesso o mai più. Nonostante la fretta, me la sono presa comoda scegliendo il modelli di gelatiera su internet... e poi vagando per negozietti qui nei dintorni, ma non trovando l'oggetto del desiderio. O trovavo le gelatiere a pedali (allora tanto vale farselo senza sto gelato) oppure quelle astronomiche, più grosse del mio banco cucina e difficilmente scusabili agli occhi del Brady....e allora via, ordiniamola direttamente dal sito dove ho visto quella che fa al caso mio. E così l'attesa si è allungata...tempi da corriere espresso.
Il giorno che finalmente è arrivata, ho iniziato a gelatare, gelato al biscotto (quello che fra poco vi descriverò) e gelato al caffè, che nella mia mente dovevano unirsi nella famosa mattonella (magari un giorno, al rientro e ovviamente non per l'mtc ve la propongo, perchè secondo me merita...) che non ha mai preso forma, perchè proprio quel giorno li, il mio Slowfood, con un tempismo sempre ottimo su tutto (ricette in ballo e non ultimo, la partenza per i monti) ha deciso di sbriciolarsi un dito del piede giocando in spiaggia con gli amici...i gelati c'erano, ma la mattonella non ha mai preso vita. 

Dei due gusti allora, vi presento questo...è uno dei miei ricordi dell'anno vissuto in america, il gelato al "cookie dough" (letteralmente all'impasto di biscotto) uno dei gusti più golosi in assoluto, nonchè probabilmente nettamente il più denso di grassi (della peggior specie eh, in perfetto stile americano). 
Navigando in rete ho trovato questa ricetta, che credo sia quella che ci si avvicina di più, anche se non è sicuramente quella originale, perchè il risultato non è preciso a quello che io ricordo....ma continuerò a sperimentare finchè non troverò la formula magica giusta! Nel frattempo, questo non è mica da buttar via, anzi, è godurioso fin troppo, e l'avviso è d'obbligo: astenersi maniaci della dieta, questo è per veri peccatori di gola!



GELATO AL BISCOTTO:

300 ml latte
300 gr zucchero
3 tuorli d'uovo
250 gr mascarpone
6 chocolate chips cookies

Si procede innanzi tutto preparando la crema inglese come da ricetta indicata: metto il latte sul fuoco a scaldare con metà dello zucchero e nel frattempo monto i tuorli con l'altra metà di zucchero, sino a che il composto "scrive". Sempre sbattendo con le fruste elettriche, aggiungo a filo il latte caldo. Verso poi il composto in un pentolino, metto su fuoco lento (non ho il frangifiammeee!!!) e scaldo tutto mescolando sino a che la crema non vela il cucchiaio. Tolgo immediatamente dal fuoco e trasferisco il pentolino dentro una ciotola di acqua fredda e ghiaccio per abbattere rapidamente la temperatura, sempre mescolando di modo che la crema si raffreddi tutta uniformemente. Verso la crema a temperatura ambiente in un vasetto a chiusura ermetica e ripongo in frigorifero per tutta la notte. 
Il mattino dopo, mi alzo felice e contenta e mi sento gelataia: tiro fuori il cestello della mia gelatiera dal freezer e monto tutto secondo istruzioni. Tiro fuori dal frigo la crema inglese e vi aggiungo il mascarpone (anche lui a temperatura frigo!) amalgamando bene. Aziono la gelatiera e ci verso dentro il mio composto. Visto che sulle istruzioni della mia macchina il tempo per ottenere il gelato è indicato in 40 minuti circa, imposto il timer a 20 minuti e mi occupo dei biscotti. Metto dentro il mixer 3 dei sei chocolate chips cookies e li polverizzo. Gli altri tre li rompo grossolanamente in piccoli pezzi. Quando il timer suona, non spengo la gelatiera ma aggiungo al gelato in divenire anche la polvere di biscotto e i pezzettini. Imposto altri 20 minuti e il gioco è quasi fatto. Una volta finito il tempo, spengo la macchina e trasferisco il tutto in una vaschetta (non senza prima averne assaggiato un cucchiaio...ma quello non ve lo devo dire, lo farete d'istinto!), copro con pellicola trasparente e ripongo in freezer per una mezz'ora almeno di modo che raggiunga la consistenza perfetta......
E' un gelato, è ottimo e l'ho fatto io.....mi da una soddisfazione quasi tripla rispetto al cornetto comprato dal gelataio!!!! 

Con questa ricetta partecipo all'MTC di luglio e mi incammino verso i monti, in attesa che mi salutino e le caprette mi faccian ciao! 



venerdì 23 dicembre 2011

Ma Babbo Natale esiste??....



E' arrivato Natale io ho cucinato mille cose, ma non vi ho lasciato questo mese nemmeno una ricetta...e non sono mai nemmeno passata nei vostri blog..questo mese mi sono ricordata di respirare solo perchè mi viene naturale (anche se in alcuni momenti ho trattenuto il respiro dalla rabbia, o ho avuto il fiatone per il troppo correre...). Insomma...sto iniziando il countdown dei giorni che mancano alle ferie: si sa, noi impiegati nel campo del turismo lavoriamo il doppio quando gli altri se la spassano...e attendiamo tempi di "bassa" per volare via, lontano...mancano esattamente 19 giorni e qualche ora alla partenza...per ora mi devo accontentare di darmi allo yoga per rilassare anima e corpo. 
Intanto, pochi giorni fa mi sono imbattuta in un articolo on line, dove veniva posta l'annosa questione: quando arriva il momento in cui i nostri figli smettono di credere a Babbo Natale, e come?? Soprattutto, si diceva che per loro la scoperta dell'amara verità è un trauma e va affrontato con la dovuta attenzione. Hoibhò...Certe cose mi spiazzano, e mi fanno sempre sentire una mamma inadeguata. Di tutti i problemi seri che potrebbero investire mio figlio, nemmeno mai una volta mi era passato per la testa che potesse essere addirittura traumatizzato per l'aver scoperto che Babbo Natale è un nonno simpatico e cicciotto e buono frutto della fantasia...e che i regali li comprano mamma e papà e si ingegnano come due rincretiniti per nasconderli ovunque in casa e farli magicamente apparire nel momento giusto che più giusto non si può...A mia discolpa, ho provato poi a pensare al fatto che io sono qui, arrivata alla veneranda età di 32 anni con mille turbe (non lo nego) ma siam sicuri che derivino dall'aver da anni fatto la terrificante scoperta? Si diceva che agli occhi del bimbo in questione si perde credibilità, considerando che lui realizza che lo abbiamo per anni bellamente preso per i fondelli...io, a dir la verità, non credo di aver mai provato rancore nei confronti dei miei genitori o di aver pensato di loro che fossero degli inguaribili bugiardi solo per avermi fatto credere ad una favola e avercela messa tutta per far si che l'incanto durasse il più possibile...con tutto che io ho infranto il sogno avendoli sgamati in piena sistemazione dei regali sotto l'albero (colpa di una cugina molto più grande ma poco attenta ai dettagli che mi ha chiesto di "andare di là a prenderle la borsa..."). Questo articolo arriva proprio il primo anno in cui mi sono chiesta più volte, ma davvero mio figlio che ha ormai 8 anni crede ancora a Babbo Natale oppure regge il gioco a me che ancora mi presto alla spedizione della letterina, alla preparazione di latte e biscotti da lasciare al povero vecchietto in giro nella notte fredda, e alla sistemazione segreta del magico regalo portato dal polo nord?? Non importa. Non sarò certo io a prenderlo da parte e a spiegargli cercando le parole giuste che è una favola. Magari un giorno me lo chiederà lui e allora potrò girargli la domanda: tu cosa ne pensi? e iniziare a parlare del perchè esiste questa bella storia. O forse, non mi chiederà mai niente, e continuerà finchè ne avrà voglia a scrivere a Babbo Natale la sua lista dei desideri, ben consapevole del fatto che tutto sommato, lo sta dicendo a noi. Di una cosa sono certa: tutti noi abbiamo creduto a Babbo Natale e nessuno è mai morto per averlo fatto....anzi...una delle cose più belle che mi sono capitate diventando madre è stato poter tornare a crederci un po anche io....Perciò se ci sei, Babbo caro, ti chiedo solo di continuare a tornare da noi, a mangiarti i nostri biscottini e lasciare le tue impronte sul pavimento di casa, anche se l'ho lavato proprio la sera prima...solo sapere che potresti arrivare rende tutto più bello. Buon viaggio, non prender freddo e vai piano, che altrimenti ti levano la patente e dopo come fai!!!! 

A voi tutti, io mando un abbraccio infinito e l'augurio di un Natale Felice abbastanza da scaldarvi il cuore e farvi sorridere tutto il giorno. 
AUGURIIII!!!!!!!!!


in foto: 
*la mia casetta di pan di zenzero
i sacchettini regalo che contengono:
*i biscottini zenzero e cannella
*i biscottini al cioccolato
*il preparato per la cioccolata calda
*la mia marmellata di prugne

venerdì 25 novembre 2011

Karma e la torta di mele più coccolosa che esista!


Karma: in ambito induista è un principio di "causa-effetto" secondo il quale ogni azione da origine ad una reazione, segnando così i cicli di morte e rinascita dell'uomo. Se un uomo ha avuto un karma negativo nella sua vita precedente, in quella attuale probabilmente non se la passa bene e deve fare di tutto per riuscire a modificare il suo karma e "sbloccare" così la sua cattiva sorte, cercando di migliorare le sue future vite, le sue future rinascite. 
Io mi sa che se vado avanti così, nella prossima vita rinasco formica e vengo schiacciata da un piedone gigante al primo passo fuori dal formicaio. Va anche da se, che probabilmente in questo periodo sta venendo fuori il karma generato nella mia vita precedente, che devo ancora scoprire cosa ho combinato, ma evidentemente niente di davvero buono.... 
Filosofie orientali a parte, che io ammiro molto e dalle quali sono incuriosita e interessata parecchio, ho una certezza mia personale, ossia che la sfiga arrivi a cicli ben precisi. Per un tot di anni tutto fila liscio, e poi arriva quell'anno funesto (non necessariamente bisesto!!) e quella ti si attacca alle chiappe per 360 giorni su 365. Il mio 2011 è stato così...ho cercato di farlo partire sotto i migliori auspici ma non è riuscito a evolversi come avrei sperato, anzi è stato un crescendo di malumori, di ostacoli, personali, lavorativi, di salute....insomma, manca poco più di un mese alla sua fine, e io non vedo l'ora di metterci una pietra sopra, quasi consapevole (povera matta!!) che l'anno futuro non puo che migliorare: insomma, quando si arriva in fondo, le opzioni sono due, scavare o iniziare la risalita....Scavare non è poi nel mio stile, quindi dovrei cercare di iniziare un po di sano riscaldamento per la scalata che mi aspetta. Questa mia insana certezza, si basa sul fatto che la situazione si è già presentata: il mio ultimo annus horribilis è datato 2005, me lo ricordo ancora. Ma ricordo anche che il 2006 è stato un netto voltapagina, che le cose si sono ricomposte piano piano, probabilmente i chakra tutti scombinati hanno ritrovato il loro riallineamento e l'energia positiva ha lasciato il posto a quel carico di negatività che si era accumulato in precedenza....Vediamo, vi saprò dire se la mia teoria puo iniziare ad avere fondamenti scientifici!!! ahahahahahha.... Ecco, che poi per l'amor di dio....fossero le mie le sfighe del mondo, vivremmo in un paradiso terrestre, me ne rendo conto....ma lasciatemi "mugugnare" un po, in fondo sono ligure e ce l'ho nel DNA (che peraltro sono andata proprio ieri a far "codificare", quindi a breve sarà certificato nero su bianco!! ahahahha). 
Le sfighe mie sono quelle che si possono risolvere con la coccola di questa fetta di torta di mele...un tripudio di sapore, di morbidezza e cremosità.... dovete provarla, ve lo chiedo con tutto il cuore, perchè è davvero BUONA!!! E' buona in ogni momento ma io ve la consiglio tiepidina, dopo una ventina di minuti che l'avrete tolta dal forno...cremosa, avvolgente e profumata. Il giorno dopo, se al contrario di me avete un microonde, infilatecela dentro qualche secondo...e la coccola si rinnoverà!



TORTA DI MELE COCCOLOSA
Ingredienti:
2 mele 
succo di due limoni
120 gr di farina 00
200 gr di zucchero
100 gr di burro a temperatura ambiente
3 uova
120 ml di latte
1 bustina di lievito vanigliato


Spremete i limoni e filtrate il succo. Sbucciamo le mele e cerchiamo di tagliarle sottilissime (è molto importante per la riuscita della torta). Se avete una mandolina meglio...altrimenti, come me, di santa pazienza andate di coltello affilato. Man mano che ricavate gli spicchi sottili sottili di mela li mettete a bagno nel succo di limone, perchè non anneriscano. Nella planetaria, montate il burro con lo zucchero sino ad ottenere un composto bianco e spumoso. A questo punto, aggiungete le uova, una ad una. Non aggiungete la successiva finchè quella messa in precedenza non è stata davvero ben amalgamata. Aggiungere infine la farina, il lievito e il latte. Foderate con carta da forno una teglia (la mia era tonda da 24) e versate il composto ottenuto. Adesso, disponiamo le mele sulla superficie....tutte, anche se sembrano tante...sono tagliate sottili e l'impasto per quanto liquido le tiene a galla, quindi mentre le disponiamo, schiacciamole un pochino verso il basso, leggermente....Si formerà uno strato di mele limonose da urlo!!
Mettiamo la teglia in forno preriscaldato a 180° e....ecco, qui ognuno conosce il forno suo... e i tempi. Io direi che 40" sono il minimo. Per il mio forno c'è voluta quasi un ora, dopo i 40 minuti però ho dovuto coprire con stagnola perchè la superficie iniziava a scurirsi troppo ma l'interno era ancora bagnato....
Sfornate, aspettate solo venti minuti e....assaggiate che delizia!


giovedì 3 novembre 2011

Pumpkin Bread



Quello che sto per raccontare è l'esempio lampante di come il cibo stia a Slowfood come i cavoli stanno alla classica merenda....
Da tempo ormai presa dal desiderio di eliminare merendine confezionate ma di non togliere al pargolo il piacere di una merenda dolce a scuola, sforno dolci su dolci, crostate, biscotti, repliche di merendine "griffate" e quant'altro. E, strano ma vero, il pargolo in questione pare apprezzare. Colta dallo slancio del suo gradimento, decido un giorno di andare forse un po troppo oltre il seminato..... L'occasione arriva dalla famosa zucca dalla quale sono nati anche questi , e da una mia improvvisa nostalgia del mio anno nel Maine. Infatti questo è un "pane dolce" tipico del posto e ovviamente di questa stagione. Anzichè prepararlo a forma di plumcake (come dovrebbe essere da tradizione) lo faccio a forma di ciambella, perchè non chiedetemi il motivo, Slowfood se son ciambelle le mangia senza fiatare, ogni altra cosa ha bisogno di un po di tempo per essere accettata...La mattina, gliela schiaffo sotto al naso e gli faccio vedere quanto è bella. Lui concorda, e non esita a dire si quando propongo di dargliene una fetta per merenda a scuola. Ovvio, il malcapitato non ha la minima idea di quale sia l'ingrediente principale, e ignaro di ciò, quando all'uscita da scuola gli chiedo se gli è piaciuta la torta risponde che era proprio buona. Gongolo trionfante dentro di me, ma resisto alla tentazione di spiattellare subito la verità...decido che è meglio che prima se ne faccia fuori almeno altre due o tre fette e si convinca proprio del suo buon sapore, poi gli verrà svelato l'arcano. Se non fosse che nel pomeriggio riceviamo visite....All'ora di merenda, raduno mamma e bimbo ospiti al grido di "chi vuole un pezzo di torta?" e inaspettatamente, il primo ad arrivare gridando "ioooooooo!!!!" è proprio lui, mio figlio. Mai visto tanto entusiasmo in lui per una cosa mangereccia. Ho quasi una lacrima di commozione. Siamo tutti seduti a tavola, con fettina di torta davanti già mezza morsicata quando la mia ospite esclama (senza sapere che avrebbe di li a poco causato un danno irreversibile): "che buona questa torta? Cosa c'è dentro? Sicuro la cannella!".......Io sbianco...già, la zucca era l'ingrediente segreto, ma c'è da dire che anche la cannella aveva un suo potenziale distruttivo....e infatti, con la coda dell'occhio, vedo l'infante figlio mio posare inorridito la sua fetta di torta mangiucchiata nel piatto e, pensando di non esser visto, risputare nel fazzoletto ciò che fino ad un secondo prima stava goduriosamente assaporando.....quello che segue dopo non si puo narrare, vi basti solo sapere che Slowfood è ancora in vita, che comunque si è categoricamente rifiutato di mangiare una sola briciola in più della suddetta torta e che ancora adesso (che sono passati diversi giorni) glielo rinfaccio biecamente, guardandolo con occhi da strega cattiva.....
Vi supplico...voi non fate come il piccolo "cibofobo". Provate a fare questo "pumpkin bread", assaggiatelo con tutti i vostri sensi... Prima annusate l'intenso profumo speziato che emana, poi sentitene la leggerezza con le mani, e infine, assaporatelo e gustatene ogni singola briciola, perchè ve lo giuro...NE VALE LA PENA.

PUMPKIN BREAD
Ingredienti:
500 gr di polpa di zucca
4 uova
400 gr di zucchero
240 ml di olio di riso (io olio evo)
450 gr di farina
1 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
2 cucchiaini di cannella
la punta di un cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di sale (4/5 gr circa)
2 cucchiaini di bicarbonato di sodio

Innanzitutto, facciamo sbollentare la zucca in pochissima acqua, e appena è morbida abbastanza passiamola al minipimer e riduciamola in purea.
Attendiamo che si raffreddi un pochino e poi mettiamola nella ciotola della planetaria e con il gancio frusta iniziamo a montare aggiungendo tutte le spezie (la dose è direi quella minima; a piacere e dopo un attento assaggio si puo decidere di aggiustare i gusti, ma io non metterei assolutamente niente di meno di quello indicato!), l'olio, le uova, lo zucchero e il sale. Aggiungiamo poi la farina e il bicarbonato setacciati insieme un cucchiaio alla volta per evitare la formazione di grumi. L'impasto risulterà piuttosto liquido, e va bene così, infatti la torta dovrà risultare un poco umida all'interno una volta cotta.

A questo punto, ungere con un po d'olio una teglia capiente, oppure tre piccoli stampi da plumcake e la ricetta dice "infornare a 180° per 45/50 minuti". Io lascio a voi e al vostro forno la decisione finale. Quello indicato è decisamente il tempo minimo, e probabilmente è perfetto se si divide la quantità di impasto in tre piccole torte. Io, che ho fatto la scelta della ciambella unica, ho dovuto lasciarla in forno quasi il doppio perchè fosse si un po umida all'interno ma non cruda.....dopo attimi in cui ho sudato freddo pensando di dover buttare via tutto, non mi sono data per vinta e ho coperto con un foglio di alluminio per evitare che si bruciasse in superficie e ho continuato la cottura di venti minuti in venti minuti, finchè la prova stecchino non mi ha dato il via libera per tirarla fuori dal forno.....Provatela, non resterete per niente delusi!

lunedì 24 ottobre 2011

Bicchieri di mascarpone al limone con taglierini di crepes alla cannella




A volte ci sono dei giorni perfetti. Ti svegli, e c'è un bel sole e già quello rende tutto migliore. E poi, hai magari un qualcosa da aspettare, magari degli amici, e un progetto da portare avanti, che so, una cena a base di tartufo (assolutamente doverosa, dopo aver passato un week end ad Alba alla fiera del magico tubero..) che hai organizzato e che progetti da una settimana. Il menù è pronto, i classici taglierini (rigorosamente homemade) con il tartufo bianco e l'arrosto, con il tartufo nero. E il dolce?? Ultimamente ho il "trip" della sac-a-poche, con la quale il rapporto va via via migliorando, e fosse per me, passerei la vita a fare panne, creme e cremine da insacchettare e spargere sopra torte, muffin et similia sotto forma di ciuffi, filini, fiorellini....ma, dopo cotanto mangiare, una torta fatta a strati con crema e cioccolata e ricoperta di crema al burro colorata e decorata avrebbe rischiato di mandare al pronto soccorso gli ospiti. Ed assolutamente non era la mia intenzione finale (per questo tipo di attentati, ho altre persone in mente :D eheheheheh). Allora, ho deciso di riporre la sacchettina, e di passare in rassegna tutte (più o meno) le mie riviste di cucina, alla ricerca di un dolce al cucchiaio magari, piacevole ma più "scorrevole". E gli occhi mi sono caduti in primo luogo sulla foto (era deliziosa!) e poi sulla preparazione: semplice, ma sicuramente goduriosa! In casa non avevo proprio tutti gli ingredienti che erano indicati nella ricetta originale, così mi sono data alla sperimentazione, e direi che è comunque uscita piuttosto bene.
Vi lascio con la ricetta originale e a lato, la mia versione, e vi dico una sola cosa: provate! E' davvero ottimo!

Bicchieri di mascarpone al limone con taglierini di crepes alla cannella
Ingredienti: 

Per le crepes:
200 gr di latte intero
2 uova
70 gr di farina
1 cucchiaio di cacao dolce  1 cucchiaio di cannella
un cucchiaio di zucchero (se si usa la cannella e non il cacao)
una noce di burro

Per la crema:
250 gr di mascarpone
4 tuorli
130 gr di zucchero
150 gr di panna montata fresca
1 bicchierino di rum scuro  il succo di un limone

Zucchero a velo per decorare
Montare i tuorli con lo zucchero sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unire il mascarpone e il rum il succo di limone e infine alleggerire il tutto con la panna montata ben ferma, incorporando poco alla volta e con movimenti dal basso verso l'alto. Disporre la crema in 4 bicchieri e porre in frigorifero.

Preparare la pastella delle crepes, sbattendo le uova con la farina setacciata il cacao la cannella (lo zucchero se usate la cannella) e il latte ben freddo.  Scaldare un padellino antiaderente, imburrarlo leggermente e versare un mestolo di pastella, distribuendolo nella padella in modo uniforme. Appena i bordi inizieranno a dorare, sollevarli delicatamente, capovolgere la crepe e farla cuocere ancora un paio di minuti sull'altro lato. Procedere sino ad esaurimento della pastella (Circa 4 crepes).
Una volta raffreddate, arrotolare le crepes su se stesse e tagliarle a striscioline ottenendo così le "tagliatelle". 

A questo punto, per completare i bicchieri di crema, creare dei piccoli nidi di tagliatelle e porli in cima ai bicchieri. Porre nuovamente in frigo sino al momento di servire, e solo allora spolverare con zucchero a velo per decorare!


martedì 11 ottobre 2011

Come se fosse l'ultimo...



Non se ne va. Il calendario dice che siamo quasi a metà ottobre, mentre il termometro continua a rimanere a livelli ben più alti, da settembre, a tratti, da agosto. Questo bel calduccio confortante, questo sole, queste giornate limpide, questi colori non ci abbandonano ancora (siiiii!!!!!). L'unico indizio del fatto che è autunno e non estate è il buio pesto alle sette di sera e il fresco del mattino presto. 
Stamattina, fermi ad aspettare il pulmino giallo della scuola, tenevamo le mani in tasca e ci stringevamo nelle spalle, con i brividi lungo la schiena. A pranzo, io e Brady siamo andati dai suoi genitori e mia suocera ha avuto la splendida idea di apparecchiare in giardino. Abbiamo mangiato fuori, con i cappelli di paglia in testa a ripararci dal sole, maniche corte e sembrava una bellissima giornata d'estate..... Questa estate che è già andata via, ma che in realtà resiste e non ci abbandona e ci spinge a goderci ogni singolo istante di grazia in più, come se fosse l'ultimo. Mi sono accorta che ogni giorno mi sveglio e controllo il cielo...e ogni volta che nuovamente lo trovo azzurro e limpido e penso alla bella giornata che sarà, me la vivo istante dopo istante, riempiendomi dei suoi profumi e colori, pensando con un pizzico di malinconia che prima o poi purtroppo finirà e arriverà davvero l'autunno e poi l'inverno, con il freddo e le piogge e quelle giornate incolori e interminabili....e penso che spesso non lo facciamo, ma che sempre alla fine, ogni singolo giorno andrebbe vissuto così.....come se fosse l'ultimo. In ogni senso.

PLUMCAKE ALLA CRUSCA
Ingredienti
8 cucchiai di crusca di avena
4 cucchiai di crusca di grano
10 cucchiai di zucchero dolcificante (resistente al calore)
succo di un limone (o fialetta aroma limone)
1 confezione di Philadelphia Balance (o light, o quello normale!!)
4 uova intere
1 cucchiaio di maizena
2 cucchiai di latte scremato in polvere
1 bustina di lievito per dolci

Per prima cosa, passare le crusche al mixer, per renderle il più possibile fini! Dopodichè, possiamo passare alla ricetta: nel contenitore della planetaria, montare i tuorli con lo zucchero il dolcificante. Quando risultano ben spumosi, aggiungere il succo del limone (o la fialetta) le due crusche, il philadelphia, i due cucchiai di latte scremato in polvere, la maizena, il lievito e amalgamare bene fino ad avere un composto molto pastoso e appiccicoso. Ora montiamo gli albumi a neve fermissima e poi, con movimenti dal basso verso l'alto, per non smontarli, aggiungiamo poco per volta gli albumi montati al precedente composto. Non aggiungiamo gli albumi tutti insieme, poco alla volta e non mettiamo altro albume montato finchè quello precedente non è stato incorporato completamente. A questo punto, l'impasto risulterà molto più morbido. Foderiamo con carta da forno uno stampo da plumcake e versiamo. Lo mettiamo in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. 

Come avrete notato, non c'è burro, e gli ingredienti sono light. Se si utilizza il dolcificante al posto dello zucchero come ho fatto io, questo plumcake è l'ideale per colazione: leggero, ricco di fibre, e povero di grassi. Ma comunque, veramente soffice e gustoso! Io speravo di poterci fare colazione per almeno cinque giorni.....purtroppo anche il Brady lo ha attaccato alla grande, e in un paio di mattine la pacchia è finita.....da rifare!!!! :)

sabato 1 ottobre 2011

Il vento in faccia....e le meringhe!!



Con l'ultimo album di Vasco nelle orecchie, ed in particolare questa canzone che letteralmente ADORO, oggi ho preso la mia bicicletta e sono andata a fare una pedalata lungo il fiume....Sola con la musica e i miei pensieri, sono stata davvero FELICE. Avevo il vento in faccia, una bella arietta tiepida che oggi è ottobre e sembra estate e solo per quello sono euforica. C'era il luccichio del sole sull'acqua del fiume....c'era il gioco di luce e ombra del sole fra gli alberi....c'erano bimbi con le loro mamme, vecchietti soli o mano nella mano.....c'erano quelli che corrono, quelli che camminano veloce, quelli che passeggiano e quelli che chiaccherano e chiaccherano....C'era il profumo autunnale dei fuochi accesi dai contadini per bruciare, e poco più avanti l'immagine estiva del chiosco aperto con la gente seduta ai tavolini che mangia il gelato. E poi c'ero io che mi sentivo come in un film, spettatrice della mia stessa storia. Filavo dritta scena dopo scena, ansiosa di vedere come andava a finire. Ero sola, ma avevo Brady e Slowfood con me, c'è sempre qualcosa nel mondo che me li ricorda, che me li porta alla mente...un immagine, una canzone, un momento vissuto insieme  che riaffiora fra ricordi...Io sono uscita per smaltire calorie, e sono tornata con il calore nel cuore regalato da un paesaggio visto mille volte, ma oggi bellissimo con non mi era mai sembrato.

Mentre pedalavo e stavo bene con me, le mie meringhe stavano finalmente bene nel mio forno. Questa volta, al millesimo tentativo, sono venute perfette. Belle (anche se lo ammetto, io e la sac a poche dobbiamo ancora imparare a volerci più bene), sode, bianche, asciutte. Il merito principalmente è del procedimento utilizzato che ho trovato qui , e che vi consiglio di andare a leggere se vorrete prima o poi cimentarvi nella produzione di meringhe. Io ci ho provato tante e tante volte, e se avessi trovato questo articolo prima di oggi, forse i tentavi falliti sarebbero stati meno (meringhe amare, meringhe cotte fuori e crude dentro, meringhe marroni, o proprio bruciate...). 
Io posso semplicemente aggiungere che, dopo aver letto i consigli dati, le ho fatte così:

200 gr di albumi (appena appena riscaldati sul fuoco)
400 gr di zucchero (metà passato per farlo diventare a velo e metà no)
1 cucchiaino di succo di limone. 

La planetaria è partita sulla velocità 2. Ho aggiunto subito il cucchiaino di succo di limone. Quando gli albumi hanno iniziato a fare la schiuma, ho aggiunto lo zucchero a velo e aumentato la velocità a 3. Quando ha iniziato ad esser ben denso, ho aggiunto il resto dello zucchero, semolato. Ho lasciato andare a velocità tre direi per almeno una decina di minuti.... Il composto era denso, lucido, liscissimo, e fermissimo. 
Il forno era impostato sugli 80°, ventilato, e acceso da quando ho iniziato a montare gli albumi. Con la sac a poche (un po da impedita come per ora sono con il suddetto attrezzo) ho formato diversi mucchietti....alcuni grossi come noci, alcuni un po di più, e con ciò che mi restava ho creato la base per una piccola pavlova (che magari posterò più avanti!). Poi, tutto dentro al forno. Come suggerito, dal momento che il forno era ventilato, non ho lasciato lo sportello aperto, ma chiuso...... 

Sono uscita e le ho lasciate lì....quando sono tornata, era quasi ora di toglierle dal forno. Sono rimaste ad asciugare un paio di ore in tutto. Sono venute perfette, come la mia pedalata :)

                                                                 Qui appena infornate....

sabato 4 giugno 2011

Quando manca un po la spinta...



Ebbene si..manco da più di un mese ormai...C'è da dire che il periodo non è dei migliori. Al lavoro c'è sempre il solito caos e sempre la classica mancanza di soddisfazioni. Le sfighe ancora non si sono placate, e alla lista che ho fatto tempo fa potrei aggiungere per esempio un camion che passando in una tranquilla mattina primaverile ha completamente distrutto la nostra povera persiana semiaperta...ora dormiamo al chiaro di luna (sarebbe più preciso dire di lampione...) da praticamente venti giorni.
Inoltre, ho fatto delle analisi e il dottore ha scoperto un'intolleranza a latticini e lievito e mi ha consigliato di fare un periodo "disintossicante", eliminandoli dalla mia dieta per almeno un mese...sembrerebbe facile. Invece la cosa mia ha mandato in crisi, per tanti motivi: la mia fumante tazza di caffelatte al mattino è stata sostituita per qualche giorno da tazze di caffelatte alla soya (che risultava piuttosto disgustoso), poi ancora da bicchiere di latte di soya e tazzina di caffè in separata sede e poi tazzina di caffè, giusto per assicurarmi il risveglio. Per mangiarci dietro qualcosa mi sono organizzata dapprima cercando nei negozi specializzati e trovando per esempio biscotti senza latte/burro/uova/lievito - praticamente senza nulla!! -  a prezzi stellari (ma come non ci sono ingredienti e li pago il doppio di quelli che ne hanno?) e poi sul web, in cerca di cose da potermi cucinare nella tranquillità della mia bella cucina e al prezzo che dico io...Ho trovato parecchie ricette in effetti e ma non tutte valide....una fra tutte per esempio (uscendo un attimo dal ramo "colazione") è stata quella di
una "mozzarella vegana"...i commenti erano entusiastici e mi sono convinta a provarla....ho anche pensato che magari potevo postarla sul blog...l'aspetto per dirla tutta era anche magnifico...ma se dobbiamo parlare del gusto...santo dio...non è che mi aspettassi una simil mozzarella di bufala, per amor del cielo...ma nemmeno una roba così disgustosa. Lo ammetto: pur con mille sensi di colpa, l'ho buttata via. 
Tornando alla colazione, è andata molto meglio invece la ricetta di questi biscotti. Li ho preparati per la festa di compleanno di Slowfood e li ho rifatti in altre occasioni perchè completamente soddisfacenti sotto tutti i punti di vista!!!! Qui riporterò la mia versione "delievitizzata e delatticinizzata"...ovviamente chi volesse al posto del burro vegetale puo mettere il buon ciccioso e compatto burro vaccino....e aggiungere un cucchiaino di lievito (ma quello, giuro, è veramente solo un surplus, non è assolutamente necessario!).


STELLINE DI FROLLA RICOPERTE DI CIOCCOLATA E CODETTE COLORATE
Ingredienti:
300 gr di farina 00
230 gr di burro vegetale
130 gr di zucchero a velo
3 tuorli d'uovo
1 pizzico di sale


100 gr di cioccolata fondente
codette di zucchero colorate

Setacciare la farina e lo zucchero a velo e metterli nella ciotola della planetaria. Aggiungere il burro vegetale tagliato a pezzetti e il pizzico di sale. Azionare la planetaria con il braccio a foglia e farla andare alla velocità minima solo il tempo di ottenere un composto quasi sbriciolato. Riversare il composto su una spianatoia cosparsa di zucchero a velo e finire di amalgamare bene con le mani, lavorando il meno possibile. Avvolgere in pellicola trasparente e mettere la palla di impasto in frigo per almeno un paio di ore a indurire il più possibile (se avete usato burro "vero" un ora puo bastare...il burro vegetale è decisamente meno duro di quello originale..). Tirare fuori dal frigo l'impasto, stenderlo con il mattarello in una sfoglia dello spessore di un cm circa e dare la forma desiderata (in questo caso, stelline). Disporre i biscotti su una teglia ricoperta di carta da forno, e infornare per dieci minuti in forno preriscaldato a 180°. Quando sono pronti, lasciarli raffreddare completamente prima di mangeggiarli, perchè sono ancora troppo "molli" da caldi, si induriscono piano piano perdendo calore.
Nel frattempo, sciogliere il cioccolato tagliato a pezzetti in un pentolino a bagnomaria. 
Quando i biscotti saranno completamente freddi, versare il cioccolato dentro un piatto piano e passarci i biscotti ad uno ad uno solo su un lato. Prima che il cioccolato si asciughi, decorare con le codette colorate.
Sono buoni e allegri da vedere....gode il palato e anche la vista! :)

venerdì 29 aprile 2011

Chocolate chips cookies, my favorite!!


E' passato anche Aprile ormai, con il suo carico di feste, e non mi riferisco solo a Pasqua... per noi aprile è sempre il mese delle feste... il 10 fa gli anni Brady, il 13 li faccio io, quando era ancora qui la mia nonna compiva gli anni il 24 aprile e domani, il 30 sarà il compleanno della mia mamma....insomma, una cosa è certa: se in famiglia decidiamo di metterci a dieta (!! ma de che!?!?) è comunque meglio non decidere di iniziarla ad aprile. Ah...neppure a maggio se è per questo, che subito dopo seguono i compleanni di Slowfood e di mio fratello...altro che prova costume. 
Poi, quest'anno ci si è infilata in mezzo anche Pasqua, così le occasioni per "sgarrare" giustificati si sono oltremodo moltiplicate. 
Io non mi lascio sfuggire nemmeno questa per un riciclo responsabile delle uova pasquali. Fortunatamente a questo giro, Slowfood ne aveva soltanto 3. Dico così perchè tanto il ragazzetto in questione le uova le considera soltanto nel momento dell'apertura con la smania di vedere cosa riserva la sorpresa, ma poi le snobba ampiamente per quanto riguarda la parte mangereccia. Il Brady, ne prende giusto un pezzettino ma i suoi 40 anni appena compiuti gli hanno confermato la saggezza sempre avuta di sapersi regolare e accontentare di quel pezzettino giornaliero. Qui il danno rischio come sempre di farlo io. Chili di cioccolata a disposizione, sempre li in bella vista sul bancone della cucina dentro al barattolo. Per quanto io preferisca di gran lunga la cioccolata fondente e le uova regalate ai bambini siano solitamente più che altro di cioccolata al latte, non è che per questo io le lasci li....e la cioccolata per me è una specie di droga, un pezzettino tira l'altro. Così, ho pensato che sarebbe stato meglio "sbarazzarsi" il più in fretta possibile di questa terroristica (per la mia linea già precaria) tentazione, e trasformarla in un altro tipo di tentazione che se non altro coinvolge tutta la famiglia: biscotti.
Questi sono i miei biscotti al cioccolato preferiti in assoluto....sono croccanti fuori e con un cuore quasi morbido...il cioccolato al latte fa parte dell'impasto ma per non scontentare nemmeno la mia parte amante del fondente ecco che arrivano sotto i denti le gocce di cioccolato nero...Sono una delizia. E, visto che tutti partono all'attacco della biscottiera, il peccato di gola è diviso per tre  o più golosi e non commesso soltanto dalla sottoscritta. La bilancia ringrazia, le uova fanno una fine da regine, e il pomeriggio, gustarsi un infuso di zenzero caldo con un biscottino di questi è una coccola che non ha pari......

CHOCOLATE CHIPS COOKIES
Ingredienti:

300 gr farina
160 gr burro
160 gr di cioccolato al latte
120 gr zucchero
1 uovo
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
100 gr di gocce di cioccolato fondente

Lasciare per qualche ora il burro a temperatura ambiente. Spezzettare il cioccolato al latte in un pentolino antiaderente e farlo sciogliere a bagnomaria. Il risultato sarà una specie di crema densa.
Nella ciotola della planetaria, versare la farina setacciata con il lievito, e il resto degli indredienti, tranne le gocce di cioccolato. Utilizzare l'utensile a foglia. Azionare la planetaria alla velocità minima e lasciar funzionare per cinque minuti almeno. A questo punto si sarà formata una specie di frolla densa, ma non una palla compatta. E' così che deve essere!! Non preoccupatevi. A questo punto aggiungete anche le gocce di cioccolato, e riazionate la planetaria soltanto il tempo di mixarle bene all'interno del composto, non lasciatela andare troppo a lungo altrimenti si scalda troppo l'impasto e le gocce si sciolgono. A questo punto, il forno va preriscaldato a 170°. Sulla placca del forno stendete un foglio di carta oleata. Con le mani prelevate piccole parti di composto (poco meno di un pungno) formate delle palline e appiattitele e posatele sulla placca alternandole. Metterle in forno caldo per dieci minuti. Quando il tempo è passato, tirare fuori i biscotti dal forno e ASSOLUTAMENTE non avventatevici subito!!!! I biscotti si saranno un po gonfiati e coloriti ma caldi sono mollicci....dovete dargli il tempo di raffreddarsi e solidificare......quando avrete avuto la giusta dose di pazienza, verrete ricompensati a dovere!!!!
Buon appetito!!!!

lunedì 28 febbraio 2011

In attesa della primavera....mousse di fragole!!



Qualche giorno fa c'era un bel sole e una temperatura buona di quelle che se metti il naso fuori non inizi a contare i secondi che ti separano dal momento in cui tornerai a casa al calduccio....Intorno bei colori, il mare che riluccica dei riflessi del sole, e al mattino, quando esco all'alba per andare al lavoro sento persino gli uccellini canticchiare...oh si, sta arrivando Lei...la primavera!!!! E' bastato il tempo di crogiolarmi in questo pensiero a far dire al tempo "guarda te questa illusa, adesso la sistemo io!" ed ecco di ritorno nubi, pioggia e temperature sicuramente più vicine all'inverno che alla primavera. Ma non mi abbatto...o almeno cerco. Il Brady è in casa in mutua da giovedì scorso con un occhio dolorante, deve vagare con gli occhiali da sole, non sforzare l'occhio in questione (e siccome alla veneranda età di 40 anni è alla stregua di un bambino, gli ho dovuto sequestrare il telecomando, altrimenti, non appena uscivo di casa per andare al lavoro, passava il tempo davanti a quasiasi cosa passasse il tubo catodico....sgrunt!) e ha una cura di goccine da mettere ogni tot ore per 18 giorni; io mi sono sparata una 4 giorni di fuochissimo al lavoro, perchè mancava lui e anche un'altra collega; Slowfood stamattina mi ha fatto diventare matta perchè sostiene che io gli avevo assicurato che la chiusura stagionale della scuola iniziava oggi e non vi dico le scene per alzarsi....insomma, attendo la primavera, la sua rincuorante promessa della bella stagione e attendo la vera chiusura della scuola settimana prossima (non questa!!) che coinciderà con una bella settimana di vacanze tutti e tre insieme (incrociando le dita, che Brady è semicieco, ma qui la sfiga ci vede benissimo e secondo me ci ha puntato....) e nel frattempo, mi godo un bicchierino di questi, dolce al punto giusto, morbido e rotondo e rassicurante come la promessa primaverile di una nuova nascita di ciò che ci circonda!!

MOUSSE ALLE FRAGOLE
Ingredienti x 4 bicchieri:
500 gr di fragole
il succo di un limone
2/3 cucchiai di zucchero
1 foglio di gelatina
250 ml di panna da montare

Per prima cosa, pulire bene le fragole, tenerne 4 da parte e mettere le altre a macerare per almeno un paio di ore nel succo di limone e zucchero (ovviamente lo zucchero potete regolarlo a seconda del vostro gusto...se preferite un gusto più dolce potete anche aumentarlo, diversamente potete anche diminuirlo). Quando ormai le fragole saranno pronte, e avranno anche rilasciato un po del loro sughino, possiamo passarle al minipimer e ottenere un succo liscio e sciropposo. Mettiamo in ammollo la gelatina in acqua fredda. Nella planetaria (o ovviamente con delle fruste) montiamo la panna finchè non sarà bella soda. Facciamo sciogliere appena appena sul fuoco la gelatina, senza scaldarla troppo, e la aggiungiamo alle fragole e la mescoliamo bene bene. A questo punto mettiamo da parte mezzo bicchiere di succo di fragola e un po di panna per decorare. Al resto delle fragole frullate aggiungiamo delicatamente la panna con movimenti dal basso verso l'alto per non farla smontare. Versiamo il composto di panna e fragole nei bicchieri. Decoriamo con ciuffi di panna montata, una cucchiaiata di succo di fragole e una fragola tagliata a spicchi per ogni bicchiere. Mettiamo in frigo e serviamo non prima di 2/3 ore.

giovedì 27 gennaio 2011

Ricordi estivi e grissini con gocce di cioccolato....




11 luglio 2010, Spagna-Olanda, finale dei Mondiali. Dopo la disastrosa fine (o dovrei dire inizio..) dell'Italia ai mondiali di calcio, non tutto era perduto. Nelle vene della mia dolce metà scorre sangue olandese da parte di mamma e quindi, siamo arrivati al giorno della finalona che la partita non era soltanto un evento in quanto tale, ma un evento comunque abbastanza sentito. Per l'occasione (e soprattutto grazie al fatto che vivevamo ancora nell'altra casa, quella con un giardino e un salone + cucina che parevano una piazza d'armi) si è organizzata la serata "finale" a casa nostra. Ed è stata una serata memorabile, piuttosto divertente e pittoresca, anche se per riuscire a immaginarvela a dovere, dovreste conoscere uno per uno tutti i personaggi che si sono presentati (e anche considerare che ero l'unica donna presente, amante si del calcio, ma gentilmente accettata giusto perchè padrona di casa, altrimenti la mia presenza sarebbe stata sicuramente un pelino fuori luogo...). C'erano quelli che tifavano "contro"; c'erano quelli che tifavano olanda tanto per tifarne una; c'erano quelli che semplicemente guardavano la partita. Tutti si sono presentati con casse di bottiglie di birra...e dico tutti. Uno solo è arrivato con qualcosa anche di commestibile...e ha dato una piccola mano al mio buffet, comunque sufficiente a sfamare l'orda di ultràs e a fargli venire la sete necessaria a smaltire almeno un po di queli litri di birra che si stavano accumulando dentro e fuori dal frigo. E quel qualcosa mi è rimasto dentro da allora. Il suo sacchettone di carta da fornaio, conteneva chili di grissini ai mille sapori: grissini al basilico, al peperoncino, al mais, alle olive, al rosmarino, alle acciughe, ai capperi e......al cioccolato. Dopo averli assaggiati tutti (tranne quelli alle acciughe...) ne ho provato uno al cioccolato, quasi non convinta. Io adoro il cioccolato, ma non l'avevo mai visto sotto forma di "grissino". Quanto mi sbagliavo nel giudicare quel piccolo bastoncino divino. Il grissino con le gocce di cioccolato non si puo apprezzare finchè non lo si assaggia. E dopo averlo fatto, non si dimentica. Infatti io lo ricordo da allora....e il giorno dopo ero già on line a cercare la ricetta, fiduciosa che il mondo dei foodblogger mi avrebbe dato una mano. E la ricetta era li, ma ci voleva la mia mitica Planetaria. Quindi, la ricetta è rimasta in standby, sino a ieri, quando una giornata piovosa e la presenza in casa della mia nuova aiutante mi hanno accompagnata verso l'avventura del ricreare da me quel magico sapore. 
La ricetta l'ho trovata da LEI e mi sono subito fidata, facendo bene. Non la riscrivo, clikkando sul link la troverete passo passo, spiegata molto bene e approfondita perfettamente nei diversi commenti e nel frattempo avrete l'occasione, se già non lo conoscete, di visitare il suo blog, che trovo magnifico.
Io posso semplicemente aggiungere le mie note:

  • non avevo idea di dove reperire il malto, nè del perchè servisse. Ho fatto una rapida ricerca in rete e ho scoperto che serve da "dolcificante" e che si presenta sotto forma sciropposa. Senza ulteriori giri, ho semplicemente sostituito il cucchiaio di malto con uno di miele...perfetto. 
  • I miei grissini non sono venuti croccantissimi (anche se il sapore è PERFETTO ), ma sono rimasti appena appena morbidi. Credo di sapere a cosa è dovuto: li ho lasciati lievitare troppo. La ricetta dice 30/40 minuti massimo. Il mio filone, per cause di forza maggiore è stato a lievitare quasi due ore...la prossima volta quindi, perchè anche la consistenza oltre che il sapore siano perfetti, mi metterò all'opera solo e unicamente quando avrò il tempo per stare dietro alla lavorazione senza distrazioni.
  • Seguite il consiglio riportato in uno dei commenti: le gocce di cioccolato vanno aggiunte rigorosamente all'ultimo e se possibile, prima di essere aggiunte, vanno tenute una mezzora in freezer, così non rischieranno di sciogliersi durante la lavorazione. Ho seguito il consiglio e le gocce erano tutte intatte.
Che altro dire....provateli. Sono un ottimo snack, una merendina sfiziosa per i bimbi, un idea carina da mettere sul buffet di qualche festa di compleanno, o di qualche raduno di tifosi scatenati.....

giovedì 13 gennaio 2011

Il nonno compie gli anni!! Torta soffice al limone (solo albumi)



"Mio nonno è sempre in casa e ha le stampelle. 
Ha gli occhi verdi e non usa tanto gli occhiali. 
E' burlone come me e la mamma. 
Gli piace giocare insieme a me. 
Ha la bocca rossa, la pelle piena di rughe.
Porta volentieri una giacca verde e le scarpe nere. 
E' alto e ha i capelli bianchi.
E' bravo a disegnare.
Si chiama Stefano e io gli voglio bene come lui ne vuole a me.
Brontola poco, ma sta molto a letto e offre molto cibo, poi lui ne ha meno di tutti. 
Io e mio nonno giochiamo sempre insieme e siamo sempre felici."

Slowfood, 7 anni, 2° elementare, pensieri sul nonno

A me non resta nient'altro che lasciarvi la ricetta di questa torta, che ho preparato per il 75° compleanno del mio papà, il migliore che avrei mai potuto desiderare. Con lui litigo, con lui mi confido, con lui parlo di me e della mia vita, su di lui posso contare, da sempre e ancora oggi, in ogni istante.

TORTA AL LIMONE - SOLO ALBUMI - 
Ingredienti:
400 gr farina autolievitante (se non l'avete va bene la farina classica e si aggiunge 1 bustina di lievito)
300 gr di zucchero
200 gr di burro
1 bicchiere di latte
1 limone BIO
6 albumi

Mescolare la farina con lo zucchero (e il lievito se la farina non è autolievitante), aggiungere il burro fuso, il bicchiere di latte, il succo del limone e la sua scorza grattuggiata. Amalgamare bene con le fruste. Il risultato sarà un impasto piuttosto duro e compatto. Montare a neve fermissima gli albumi e incorporarli delicatamente e poco alla volta all'impasto prima ottenuto. Versare il composto in una tortiera imburrata e infarinata (non è necessario se come me userete uno stampo in silicone) e infornare in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.
Una volta fuori dal forno lasciar raffreddare completamente e togliere dallo stampo.

Le decorazioni che vedete sulla torta le ho fatte sciogliendo della cioccolata fondente a bagno maria. Con un cornetto di carta da forno riempito di cioccolata ho scritto "Auguri" "75" e disegnato i cuori su un foglio di carta da forno che poi ho messo in freezer per una mezzora. Una volta tirati fuori dal freezer, li ho staccati con l'aiuto di un coltello affilato e messi sulla torta.

Consiglio: non tenetela in frigo, si indurirà terribilmente. 

E' ottima, soffice, leggera. Se la preferite più dolce potete arrivare sino a 400 gr di zucchero, che era quello previsto in origine nella ricetta, ma il sapore di limone secondo me è più deciso e delicato con meno zucchero. Comunque va a gusti! :)

sabato 1 gennaio 2011

Un capodanno sereno...baci di dama e cioccolatini



Tutti gli anni, quando si avvicina il 31 mi prende la malinconia....che sia stato un anno felice o sfigato non importa, è proprio una condizione che mi coglie a prescindere dal bilancio generale. E' la sensazione puramente mentale di un qualcosa di "concreto" che se ne va, e un totale mistero che arriva.
Quest'anno non ho avuto il tempo di pensare che era il 31 sera. Quest'anno non so perchè, sicuramente comunque non per un motivo triste, le feste mi sono arrivate addosso quasi senza che me ne potessi accorgere e le ho vissute sul momento, senza tanti pensieri di contorno. Così anche il 31. E' arrivato mentre sul lavoro si sta consumando il più totale disastro e nella vita privata tutto continua serenamente e ci sono bei progetti e ci si sorride e ci si sta vicini. E' arrivato mentre si riabbracciavano persone troppo care che non si vedeva da tempo, e si cercava di allontanarsi da chi invece è sempre intorno a te senza un vero motivo. E' arrivato senza nessun progetto in particolare e poi, quando ci hanno fornito l'idea ci siamo aggregati senza troppi problemi....ed è nato così un capodanno davvero sereno. Ho salutato l'anno passato senza troppe smancerie, ringraziandolo di essersi abbastanza bene bilanciato fra sfighe e bellissimi momenti. Mi sono augurata che quello che stava nascendo fosse almeno pari, mi dicono sempre "chi troppo vuole, nulla stringe" e allora, non chiedo niente più di tutto quello che già ho, che è poi tutto quello che desidero: un compagno che amo infinitamente ricambiata, un figlio come non ne esistono altri, una famiglia che mi è sempre accanto e su cui posso contare, la salute mia e dei miei cari.
A tutti voi, auguro il meglio, e soprattutto l'immensa gioia di avere già quello che più desiderate al mondo.
FELICE ANNO NUOVO a tutti!!!!

BACI DI DAMA
Ingredienti:
100 gr farina 00
90 gr burro
60 gr mandorle
60 gr nocciole
50 gr zucchero
1 cucchiaino di cacao in polvere
un pizzico di sale
100 gr di cioccolato fondente

In una padella antiaderente, far tostare bene le nocciole. Ridurre poi nocciole e mandorle in polvere. Nella ciotola del mixer versare la farina, il burro ben ammorbidito, le mandorle e le nocciole polverizzate, lo zucchero, il cucchiaino di cacao, un pizzico di sale. Azionare e formare un impasto abbastanza sodo. Su una spianatoia, finire di amalgamare il tutto, formare un paio di salsicciotti che dovranno essere avvolti nella carta alluminio e lasciati in frigo a riposare per due ore minimo (io ce li ho lasciati tutta la notte).
Passato il tempo necessario, tagliare man mano dei piccoli pezzettini di impasto, formare delle palline  poi appiattirle leggerissimamente, e posarle sulla teglia ricoperta di carta oleata. Le palline vanno cotte in forno statico preriscaldato a 170° per 20 minuti. Finito il tempo di cottura estrarre la teglia, non toccare le palline e farle raffreddare completamente. 
Far quindi fondere il cioccolato a bagnomaria, e una volta ben fredde unire le palline a due a due con poco cioccolato fuso a fare da "collante".  Sono una delizia!!!!

CIOCCOLATINI
Ingredienti:
2 tavolette di cioccolata fondente (almeno al 75%)
Stampo "Pavoni" per i cioccolatini natalizi

I puristi del cioccolato devono astenersi dal leggere questo post....perchè per fare i cioccolatini bisognerebbe fare qualche sbattimento in più di quello che ho fatto io....temperare il cioccolato è una cosa seria. Ma prima di tutto io sono sfornita di un termometro per alimenti e in secondo luogo, non avevo davvero il tempo. Per tutti gli altri, prego, proseguite pure a leggere la ricetta (se di ricetta si puo parlare, vista la disarmante semplicità!!) e otterrete comunque ottimi cioccolatini, che spariranno in tempo zero (motivo per il quale, in questo caso, se anche non ho temperato il cioccolato come dio comanda, il danno è certamente limitato...il cioccolato non arriverà mai a "cristallizzare"...non ne avrà il tempo!!!!)
A bagnomaria, sciogliere una delle due tavolette di cioccolata. Quando sarà completamente sciolta, praticamente liquida, aggiungere fuori dal fuoco l'altra tavoletta (che, fredda, abbasserà la temperatura del cioccolato fuso, e verrà comunque sciolta dal calore dello stesso...."tempera" del cioccolato profana!!) e mescolare sino al completo scioglimento. Versare il cioccolato fuso nelle varie formine dello stampo e metterlo in frigo o freezer (a seconda del tempo disponibile) a solidificare. 
Una volta pronto, basterà spingere le formine da dietro per estrarre il cioccolato (per intenderci, come se volessimo rivoltare lo stampo) e il risultato saranno simpaticissimi cioccolatini dalle forme perfette. Ancora una volta, le mie lodi vanno a questi stampi, davvero versatili e perfetti!!! Complimenti alla "Pavoni"...a breve, proverò lo stampo per il kugelhupf..... :) 

lunedì 6 dicembre 2010

Torta di mele al rosmarino



Ci sono ci sono ci sonoooooo!!!!! 
Ci ho messo un po a rimettemi in riga....tanto tempo senza Slowfood ha richiesto un periodo di ribilanciamento dell'equilibrio nostro e suo, e soprattutto un po di tempo libero in più da dedicare a lui piuttosto che ad altro. In più, si puo tranquillamente dire che il rientro non è stato dei più soft. A casa, ad attenderci belle comode sul divano c'erano già le prime magagne. Ma noi siamo più forti, e ad una ad una le stiamo smaltendo, con pazienza e precisione. Per la più grossa, dobbiamo ancora attendere qualche mese. Questa è tosta e se dovesse avverarsi nella sua peggiore ipotesi (trattasi di magagna lavorativa) porterebbe una certa dose di scompiglio, e ci costringerebbe a fare determinate scelte....a dire il vero, da quando ho saputo che qualcosa potrebbe cambiare, ci ho pensato molto e ancora non sono decisa se la cosa mi angoscia o se in realtà mi entusiasma da morire. Se proprio devo essere sincera, io al momento pendo più dal lato "entusiasmo". Ho sempre pensato di non essere fatta per le cose definitive e sempre uguali (attenzione: ciò non include i rapporti fra le persone, che credo possano essere definitivi a patto di impegnarsi quotidianamente a renderli sempre speciali e mai banali) per cui l'idea che qualcosa cambi, e che in un certo senso costringa anche me a dover cambiare direzione (che magari, normalmente, me ne starei nella mia strada principale conosciuta e sicura piuttosto che avventurarmi nel sentiero nuovo) mi da una certa carica. 
Ad ogni modo, è inutile stare qui a pensare e ripensare a soluzioni varie, quando ancora non si sa nemmeno se il problema esiste o no veramente. E allora che fare??? E' il momento di tornare ai fornelli e cucinarsi qualcosa che aiuti a tenere alto l'umore. Questa torta l'avevo scovata in rete tempo fa, stampato la ricetta e chiusa nel cassetto fra quelle "da provare". DELITTO!!!! Come ho potuto farla aspettare così a lungo?? Questa crostata è assolutamente da provare. Molto più semplice da fare di quanto non sembri leggendo il procedimento, ha un sapore dolce e delicato e mentre cuoce, il profumo di rosmarino che inonda la casa è poesia pura. L'ho portata una sera a cena dai cognati, e direi, ha avuto il suo successo!

TORTA DI MELE AL ROSMARINO
Ingredienti:
per la frolla:
150 gr di burro 
150 gr di zucchero
2 uova di piccole dimensioni
8 gr di lievito in polvere
300 gr di farina 00
un pizzico di sale 

per la crema frangipane al rosmarino:
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 uovo
100 gr di mandorle
30 gr di farina 00

per decorare:
2 mele
rosmarino
50 gr di gelatina in polvere

Preparare la frolla lavorando il burro a pezzetti con lo zucchero, unire le uova e il sale. Impastare finchè non risulta un impasto omogeneo, dopodichè aggiungere il lievito e la farina setacciati insieme. Formare una palla, ricoprirla con pellicola trasparente e riporla in frigo per almeno un paio di ore prima di utilizzarla.
Nel frattempo preparare la crema frangipane: montare lo zucchero con il burro, sino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere l'uovo leggermente sbattuto. Mentre lo zucchero e il burro montano, scottare le mandorle in una padella antiaderente, e poi ridurle in polvere nel mixer (scottarle nella padella serve a farle asciugare, altrimenti si formerebbero troppi grumi nel mixer, dovuti all'olio che altrimenti rilascerebbero). Unire la farina di mandorle ottenuta e la farina 00 al composto di burro zucchero e uovo e mescolare fino a che il composto non risulterà omogeneo. Va conservato in frigo sino al momento di usarlo.

Passato il tempo di riposo necessario alla frolla, si procede all'assemblaggio della torta: 
Con un mattarello, tirare la frolla ben sottile e foderare uno stampo ben imburrato e infarinato. Bucherellare bene il fondo con i rebbi di una forchetta per evitare bolle d'aria. Distribuire sopra la frolla la crema frangipane
e cospargere sulla superficie il rosmarino tritato.Sbucciare le mele e tagliarle a fettine. Distribuirle a raggera sulla torta.
Cuocere la torta in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti, quindi lasciarla raffreddare completamente.
A questo punto, preparare la gelatina come indicato sulla confezione e spennellare la superficie della torta per lucidarla bene. Il tempo di lasciare rapprendere la gelatina (anche in frigo!) e la torta è pronta da gustare.


Quando le avrò selezionate per bene metterò anche qualche foto dell'India. Un paese che mi è rimasto dentro, sia per le cose meravigliose che per quelle terribili che mi sono passate davanti agli occhi....ho già la nostalgia dei suoi suoni, dei colori, e dei profumi che invadono prepotentemente le strade e il cuore, e non se ne vanno più....

mercoledì 3 novembre 2010

Torta margherita vegana (senza uova e senza burro) cotta nello stampo in silicone Pavoni!



No, non sono diventata vegana...e nemmeno vegetariana! Sarei davvero poco credibile. Non solo non riuscirei a rinunciare a una bella fiorentina, o a un curry di pollo, o a una salsiccia al vino rosso come dio comanda..ma non levatemi per favore nemmeno le uova e il mio bicchierone di caffelatte al mattino!! Posso impegnarmi a mangiarne meno, a seguire una dieta bilanciata e più sana, ma non credo che avrei la forza di volontà necessaria per mettere un lucchetto alla porta della definizione di onnivora. In questo caso, la torta vegana è stata la scoperta di un pomeriggio di qualche tempo fa, quando un'amica ha telefonato dicendo "vengo a trovarti!" e  il frigo piangeva...niente uova. In dispensa nemmeno l'ombra di un pacco di biscotti da poter offrire con un thè...Al che ho provato a cercare nella magica rete qualcosa, e ho trovato questa. Confesso che il mio approccio alla ricetta andava ben oltre lo scetticismo. Ero li che mischiavo gli ingredienti già praticamente convinta di dover buttare via tutto, con buona pace mia, dell'impasto e dell'amica improvvisatrice che avrebbe dovuto accontentarsi di un thè liscio sotto ogni punto di vista.... E invece la sorpresa è stata positiva. Non solo la torta contro ogni mia aspettativa è lievitata senza problemi, ma era anche soffice e gustosa. Essendo poi molto "neutra", si presta ad ogni sorta di aggiunta...puo diventare al limone, puo essere arricchita con gocce di cioccolato o uvette...non ho ancora provato, ma secondo me potrebbe essere ottima anche come torta di mele, aggiungendo all'impasto pezzettini di frutta e cannella...insomma, è una torta meravigliosa, valida per chi segue i principi vegetariani/vegani e per chi ogni tanto si ritrova il frigo vuoto e la necessità immediata di fare un dolce...
Questa che ho fatto oggi poi è decisamente speciale anche per un altro motivo...l'ho cotta in uno stampo in silicone che la ditta PAVONI mi ha più che gentilmente spedito, insieme ad altri 4 tipi diversi di stampo. Ed ecco, qui vale la pena spendere qualche parola in più per questa azienda. Prima di tutto (e per me è sempre stata una cosa fondamentale) vorrei segnalare la cortesia e la disponibilità di chi ci lavora. I contatti sono stati sempre all'insegna di una massima gentilezza. La spedizione, rapidissima. Tanto che io nemmeno immaginavo che avrei ricevuto tutto prima della mia partenza. E invece sorpresa....ecco qui, il mio bel pacco, contenente gli stampi prescelti consultando il loro bellissimo sito. Vale la pena dare un occhiata, quindi se potete fate un giro dalle loro parti! 
Io mi sono trovata benissimo. Nelle confezioni, sono chiaramente indicate le modalità di utilizzo degli stampi, e se si seguono alla lettera il risultato è davvero perfetto. Gli stampi, prima di essere utilizzati per la cottura, vanno lavati in lavastoviglie. Al primo utilizzo (e pare soltanto a quello, io per ora, una volta sola l'ho usato e quindi devo ancora verificare) va imburrata o unta la teglia. Essendo il silicone un ottimo conduttore, è consigliabile utilizzare una temperatura lievemente più bassa di quella prevista dalla ricetta e controllare bene i tempi di cottura. Io ho abbassato di una decina di gradi e il tempo di cottura nel mio forno è stato preciso preciso quello indicato nella ricetta. La torta va fatta raffreddare COMPLETAMENTE nel suo stampo e fuori dal forno prima di poterla impiattare...a quel punto toglierla dallo stampo è un gioco da ragazzi, e la forma perfetta! Una volta sformata non resta che decorare...che se siete come me, bhè...il risultato lo vedete (bellino, ma si potrebbe fare meglio!!) mentre se avete almeno un pizzico di manualità ed esperienza in più, potete fare grandi cose!!!
Ringrazio ancora la PAVONI per avermi dato la possibilità di provare i suoi stampi...questo è il primo che ho deciso di usare per la mia torta vegana da portare a casa dei miei per il pranzo pre-nostra partenza di oggi, ma seguiranno altre creazioni, possibili soltanto grazie a questi gioiellini!!!!

TORTA MARGHERITA SENZA UOVA E SENZA BURRO
Ingredienti:
 
300 gr di farina
260 gr di zucchero di canna
3 cucchiai colmi di fecola
vanillina
1 pizzico di sale 
3 tazzine da caffè di olio di semi
3 tazzine da caffè di latte di soia
1 cucchiaio di succo di limone
1 bustina e mezza di lievito per dolci

Mettere tutti gli ingredienti nel mixer e azionare. Se l'impasto risultasse troppo asciutto aggiungere un poco alla volta un po di latte di soia. Versare l'impasto in una tortiera unta di olio e infarinata (se è in silicone come la mia occorre ungere solo se si tratta del primo utilizzo). Infornare in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti (io con stampo in silicone ho fatto 170° per 45 minuti). Togliere dal forno e prima di togliere dallo stampo attendere che si sia raffreddata completamente.

Per la decorazione:
ho usato zucchero a velo e coloranti alimentari liquidi. Mischiare lo zucchero a velo (abbondante) con un cucchiaino del colorante alimentare desiderato, sino ad ottenere una crema densa. Con una sac a poche, o una siringa da pasticcere seguire i contorni che si desidera decorare. Al centro del fiore ho messo granella di zucchero colorata.