mercoledì 30 novembre 2011

la pallina antistress...tagliatelle di castagne con salsa di noci



Come da precedente post sul Karma , il periodo continua a non esser dei migliori. Viene voglia di chiudersi in casa e non uscire, per evitare nuove ondate di sfiga...ma anche in casa c'è da stare attenti eh, che non si sa mai, cadere dalle scale è un attimo, bruciarsi ai fornelli un secondo (come se non fosse mai successo..) e ciondolando qua e là cercando di essere il più produttiva possibile (con scarso successo!) c'è il rischio che l'esaurimento nervoso aumenti, soprattutto se mi capita di varcare la soglia della camera del pargolo, che pare quotidianamente un campo di battaglia: vestiti, figurine, giochini, fogli e disegni, quaderni, libri, tutti piazzati in ordine sparso fra sedie, pavimento, scrivania, letto. In quella stanza di "umano" non c'è quasi nulla. Raramente, quando proprio non ne posso più, quando anche le minacce di buttare via tutto quello che è fra i piedi sono cadute nel vuoto, entro e faccio piazza pulita con le mie sante manine (e magari non tutto, ma molto finisce nel pattume: cosa mi stanno a rappresentare queste ruotine di macchina vaganti? E questa testa di gormito? E la cartina della figurina ormai attaccata?? Viaaaaaa!!!!!) e per qualche giorno sembra quasi di avere una stanza nuova di pacca in casa. L'idillio però dura lo spazio di tempo in cui lo gnomo è fuori dai piedi, non appena rientra si riappropria di quei 12 mq riducendoli nuovamente allo scatafascio. Non c'è speranza. Mi arrendo. Anche stamattina, mi sono addentrata nella stanzetta per aprir persiane e finestre e dare aria e lo sconforto mi ha raggiunta: dov'è la scrivania?!!? E che fine ha fatto la sedia? Sbaglio o un tempo qui c'era il pavimento? Ma oggi no...ho la mattina libera dal lavoro, il Brady è in piscina a fare la sua nuotata, e io ho deciso di rimanere a casa, ma non per riportare quella stanza a nuova luce. Impasto. Faccio la pasta fatta in casa che è la mia "pallina antistress". Affondo per bene le dita nella farina mischiata con uova e acqua e schiaccio, tiro, ripiego, appallottolo e deformo e riformo....e scarico un po di tensione...e poi ne sento il profumo, e comincio a calmarmi...cedo alla tentazione e ne assaggio un pezzettino crudo...e mi piace e sorrido! :) Ecco...sto già meglio. Monto la nonna papera, e tira tira, allungo questa sfoglia e la vedo così bella liscia e porosa...assaporo già il pranzo e ho un languorino. Alla fine, formo le tagliatelle e mi torna in mente il didò di quando ero piccola...fare la pasta fatta in casa è quasi come giocare con il pongo! 
Bhè, provatele...sono buonissime, sono semplici e veloci. Curano lo stress, mettono di buon umore! E con la salsa di noci sono davvero speciali!


TAGLIATELLE DI CASTAGNE CON SALSA DI NOCI
Ingredienti x 2 persone:

per le tagliatelle:
100 gr di farina di castagne
130 gr di farina 00
2 uova
acqua qb

per la salsa di noci:
1 confezione panna da cucina
80 gr di noci sgusciate
1 spicchio di aglio
1 cucchiaio abbondante di parmigiano grattuggiato
1 fetta di pan carrè
sale qb

Insomma...è proprio veloce e da soddisfazione fare la pasta fresca in casa....
Nella planetaria mettete le farine e le uova e azionate impastando con l'attrezzo "gancio", aggiungere poco alla volta acqua quanto basta per formare una bella palla soda di impasto (ne basta davvero pochissima!!). Quando la palla si è formata, togliere dalla ciotola della planetaria e continuare a impastare a mano per qualche minuto (questa è la parte antistress, ed è consigliatissima per scaricare le tensioni...non strettamente necessaria invece ai fini della preparazione!! :)))   )
Tirare la sfoglia a mano o con la nonna papera, e formare le tagliatelle (se dovete farlo a mano, arrotolate la pasta tirata e con un coltello tagliate tante rondelle della stessa misura).
Mettete sul fuoco una bella pentola capiente con acqua salata e mentre attendete che inizi a bollire, preparate la vostra salsa di noci, rapida e indolore: mettete dentro al mixer tutti gli ingredienti e frullate sino ad ottenere una crema densa. Se volete potete allungare con un po di olio. Oppure con l'acqua di cottura, prima di condire la pasta. 
Quando bolle, tuffate le tagliatelle freschissime e lasciate lessare per 4 minuti....scolate e condite con la salsa di noci....Buon appetito!!!



venerdì 25 novembre 2011

Karma e la torta di mele più coccolosa che esista!


Karma: in ambito induista è un principio di "causa-effetto" secondo il quale ogni azione da origine ad una reazione, segnando così i cicli di morte e rinascita dell'uomo. Se un uomo ha avuto un karma negativo nella sua vita precedente, in quella attuale probabilmente non se la passa bene e deve fare di tutto per riuscire a modificare il suo karma e "sbloccare" così la sua cattiva sorte, cercando di migliorare le sue future vite, le sue future rinascite. 
Io mi sa che se vado avanti così, nella prossima vita rinasco formica e vengo schiacciata da un piedone gigante al primo passo fuori dal formicaio. Va anche da se, che probabilmente in questo periodo sta venendo fuori il karma generato nella mia vita precedente, che devo ancora scoprire cosa ho combinato, ma evidentemente niente di davvero buono.... 
Filosofie orientali a parte, che io ammiro molto e dalle quali sono incuriosita e interessata parecchio, ho una certezza mia personale, ossia che la sfiga arrivi a cicli ben precisi. Per un tot di anni tutto fila liscio, e poi arriva quell'anno funesto (non necessariamente bisesto!!) e quella ti si attacca alle chiappe per 360 giorni su 365. Il mio 2011 è stato così...ho cercato di farlo partire sotto i migliori auspici ma non è riuscito a evolversi come avrei sperato, anzi è stato un crescendo di malumori, di ostacoli, personali, lavorativi, di salute....insomma, manca poco più di un mese alla sua fine, e io non vedo l'ora di metterci una pietra sopra, quasi consapevole (povera matta!!) che l'anno futuro non puo che migliorare: insomma, quando si arriva in fondo, le opzioni sono due, scavare o iniziare la risalita....Scavare non è poi nel mio stile, quindi dovrei cercare di iniziare un po di sano riscaldamento per la scalata che mi aspetta. Questa mia insana certezza, si basa sul fatto che la situazione si è già presentata: il mio ultimo annus horribilis è datato 2005, me lo ricordo ancora. Ma ricordo anche che il 2006 è stato un netto voltapagina, che le cose si sono ricomposte piano piano, probabilmente i chakra tutti scombinati hanno ritrovato il loro riallineamento e l'energia positiva ha lasciato il posto a quel carico di negatività che si era accumulato in precedenza....Vediamo, vi saprò dire se la mia teoria puo iniziare ad avere fondamenti scientifici!!! ahahahahahha.... Ecco, che poi per l'amor di dio....fossero le mie le sfighe del mondo, vivremmo in un paradiso terrestre, me ne rendo conto....ma lasciatemi "mugugnare" un po, in fondo sono ligure e ce l'ho nel DNA (che peraltro sono andata proprio ieri a far "codificare", quindi a breve sarà certificato nero su bianco!! ahahahha). 
Le sfighe mie sono quelle che si possono risolvere con la coccola di questa fetta di torta di mele...un tripudio di sapore, di morbidezza e cremosità.... dovete provarla, ve lo chiedo con tutto il cuore, perchè è davvero BUONA!!! E' buona in ogni momento ma io ve la consiglio tiepidina, dopo una ventina di minuti che l'avrete tolta dal forno...cremosa, avvolgente e profumata. Il giorno dopo, se al contrario di me avete un microonde, infilatecela dentro qualche secondo...e la coccola si rinnoverà!



TORTA DI MELE COCCOLOSA
Ingredienti:
2 mele 
succo di due limoni
120 gr di farina 00
200 gr di zucchero
100 gr di burro a temperatura ambiente
3 uova
120 ml di latte
1 bustina di lievito vanigliato


Spremete i limoni e filtrate il succo. Sbucciamo le mele e cerchiamo di tagliarle sottilissime (è molto importante per la riuscita della torta). Se avete una mandolina meglio...altrimenti, come me, di santa pazienza andate di coltello affilato. Man mano che ricavate gli spicchi sottili sottili di mela li mettete a bagno nel succo di limone, perchè non anneriscano. Nella planetaria, montate il burro con lo zucchero sino ad ottenere un composto bianco e spumoso. A questo punto, aggiungete le uova, una ad una. Non aggiungete la successiva finchè quella messa in precedenza non è stata davvero ben amalgamata. Aggiungere infine la farina, il lievito e il latte. Foderate con carta da forno una teglia (la mia era tonda da 24) e versate il composto ottenuto. Adesso, disponiamo le mele sulla superficie....tutte, anche se sembrano tante...sono tagliate sottili e l'impasto per quanto liquido le tiene a galla, quindi mentre le disponiamo, schiacciamole un pochino verso il basso, leggermente....Si formerà uno strato di mele limonose da urlo!!
Mettiamo la teglia in forno preriscaldato a 180° e....ecco, qui ognuno conosce il forno suo... e i tempi. Io direi che 40" sono il minimo. Per il mio forno c'è voluta quasi un ora, dopo i 40 minuti però ho dovuto coprire con stagnola perchè la superficie iniziava a scurirsi troppo ma l'interno era ancora bagnato....
Sfornate, aspettate solo venti minuti e....assaggiate che delizia!


giovedì 17 novembre 2011

My personal (MT)challenge...il baccalà alla livornese



NOOOOOooooooooOOOOOOOOOOoooooooo.....ooooooooooo.ooooooooo....oo.
Il mio grido di disperazione echeggia ancora adesso nella blogosfera, non riesco a darmi pace. Ho seguito da spettatrice l'emmeti per mesi (anni?? ere?!?!) senza mai decidermi a buttarmi veramente...ricordo ancora la tentazione del Japanese Cotton cheesecake...per non parlare di quella volta che la sfida era sulle polpette dell'ikea, che peraltro adoro e che in seguito, proprio eseguendo passo passo la ricetta originale lasciata per il contest mi sono impegnata a fare con un risultato splendido e gustosissimo (siii!!! finalmente mai più il rammarico di non potermele mangiare anche a casa!)...eppure non è sulle pallette svedesi che sono finalmente capitolata, ma su quelle più francesizzanti del profiterole, e non poteva che essere così, da storica "golosa di dolci" quale sono io. Eppure io ho un sesto senso, sono un po streghetta dentro...mio padre e mia mamma me lo dicevanno spesso. Dicevo una cosa, e quella accadeva; pensavo "è tanto che non incontro tizio..." ed ecco che il giorno dopo lo vedevo al super; penso "mi piacerebbe sentire questa canzone tanto vecchia e bella" e toh, dopo due minuti la passano alla radio....Non mi sono smentita nemmeno questa volta. A ottobre, mi sono aggregata all'allegra brigata dell'EmmeTì, e il minuto stesso in cui ho postato la mia prima ricetta dedicata alla sfida più simpatica del web un pensiero mi ha attraversato la testa e si è insinuato fra i miei due neuroni che per un attimo son rimasti come "flashati" a guardarsi sgomenti: sbaglio, o da che la gara esiste, non è mai stata scelta una ricetta di pesce? vuoi vedere che......NOOOOOOOOOooooooooOOOOOOOOOO!!!!!! Precisa...forse non avrei dovuto pensarlo, ma ormai era troppo tardi, il danno era fatto. I due neuroni solitari han provato a far finta di niente per il resto del mese, a fischiettare innocentemente pensando che bastasse ignorare il pensiero perchè non si materializzasse. E invece, eccolo. Indovina chi viene a cena?? Il baccalà! 
Lo confesso....son stata lì lì per giocarmi il primo "passo" della mia brevissima carriera di concorrente. Però poi mi  sono detta che più una sfida è complicata più c'è gusto a mettersi in gioco, e allora, pur andando contro il mio rifiuto verso il pesce, il suo odore e la sua consistenza, mi sono buttata...A PESCE! 
Questo mio baccalà è esattamente come Cristina detta: alla livornese pari pari, niente colpi di scena, niente giochi di forme, colori, e insiemi di gusti, anche perchè se uno il gusto non lo apprezza non riesce a immaginarselo con piacere inserito in contesti diversi...Soprattutto, essendo per me il primo faccia faccia in assoluto con un baccalà, se livornese doveva essere che livornese fosse! 
Armata di consorte in veste di "esperto", mi sono recata al mercato del pesce e mi sono fatta dare un pezzo di baccalà (per uno eh, sia mai!!!) già dissalato...mi ci mancava solo di dovermene prender cura per giorni ammollato in cucina...e il simpatico pescivendolo, quando gli ho detto che dovevo farne e gli ho chiesto tutte le informazioni del caso, avendo probabilmente notato la mia scarsa dimestichezza in campo ittico mi ha detto che mi avrebbe persino fatto un regalo (figuratevi la mia gioia). Detto regalo consisteva nel togliere la pelle del malcapitato baccalà. Sul momento, sono stata sollevatissima: che fortuna,mi sono detta, non ci avrei mai pensato di farlo da me...Poi, una volta a casa, mi stampo la ricetta di Cristina e vedo nelle indicazioni: "mi raccomando lasciate la pelle....." ......NOOOOOOOOOooooooooOOOOOOOooooo!!!!! MiSeRiA!!! E adesso?? Bhè..c'è poco da fare...tento e poi vediamo...Il tentativo è andato a segno...l'accortezza è stata quella di rigirare i pezzi con maggior delicatezza di quanta non ce ne metterei magari in condizioni diverse. Il risultato è stato apprezzato dal consorte che ogni tanto ci prova a chiedermi il pesce una volta a settimana almeno, ma poi guardando la mia espressione di panico si corregge immediatamente con un "va bhè dai no....scherzavo!" e si accontenta di mangiarlo una volta ogni morte di papa...e a sto giro, ringrazia sentitamente l'Emmeti!

BACCALA' ALLA LIVORNESE
Ingredienti (in questa casa, per una persona! :)))  )
300 gr di baccalà dissalato
2 spicchi di aglio
olio evo
farina q.b.
2 bicchieri di passata di pomodoro
prezzemolo



Ho tagliato a tocchetti il baccalà e l'ho passato nella farina....considerando il "regalo" del pescivendolo (avergli tolto la pelle) e il rischio spetasciamento dei tocchetti, li ho infarinati abbondantemente, sperando che la crosticina che si sarebbe formata avrebbe contribuito a mantenerli interi. 
In una padella antiaderente ho messo a rosolare gli spicchi di aglio interi ma schiacciati, li ho poi tolti e ho messo i cubetti di pesce infarinato a soffriggere. Li ho fatti dorare ben bene girandoli con attenzione e cura. A questo punto, ho aggiunto la passata di pomodoro e rimesso gli spicchi di aglio e fatto cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti, girando di tanto in tanto, sempre facendo attenzione. A cottura ultimata ho impiattato e spolverato con abbondante prezzemolo. Ho servito mon amour, che in religioso silenzio si è pappato con piacere la sua razione di pesce settimanale......mensile .....bimestrale (forse...)!!!!



Questa è la mia riproduzione fedele del baccalà alla livornese per l'MTChallenge di Novembre!


giovedì 10 novembre 2011

Panini che sanno di casa....per chi una casa non l'ha più...



Sono Ligure, e sono tra i fortunati che l'alluvione di questi giorni l'ha vissuta comunque da "lontano", nel senso che non ne è stata colpita in prima persona. Dove vivo io la pioggia si è scaricata a scrosci, ma non ha creato danni. Pochi chilometri a est e pochi a ovest però, ha portato distruzione, paura e, purtroppo anche morte. 
Modi per aiutare, ce ne sono tanti, dal tirarsi su le maniche e andare a dare una mano, all'inviare materiali di prima necessità (cibo, coperte, vestiti..) inviare un aiuto in termini di soldi.... 
Nel mio piccolo, non potendo (sia per motivi pratici che per un problema alla schiena che mi rende praticamente inservibile a spalare e portare pesi) andare in prima persona sul posto a dare una mano, cerco di rendermi utile in modi alternativi. 
Uno è proprio quello che vorrei proporre anche a voi qui, sul blog.... L'iniziativa è di Patrizia , fate un salto da lei e leggete il suo post, e guardate il video che ha linkato....a volte si dice che davanti alla forza della natura siamo tutti uguali, ma io, forse con un pizzico di pessimismo in questo mio pensiero, credo che neppure davanti a lei riusciamo ad esserlo completamente.....lei toglie indistintamente, certo, senza guardarti in faccia. Ma resta il fatto che solitamente ad avere la peggio sono comunque quelli a cui la vita non ha sorriso poi molto neppure prima.....Il gesto che possiamo fare parte dalle nostre case, semplicemente. Basta un click nella nostra pagina di homebanking, al calduccio, alla nostra scrivania ancora intatta, noi che siamo fortunati ad averla ancora. L'offerta è quella che vogliamo fare noi, non ci sono "quote minime", ed è quindi tutto proporzionato alle nostre possibilità, ed anche pochissimi Euro, messi insieme a quelli di altre persone, possono dare forma a ciò che serve a questi bimbi, che hanno perso nuovamente ciò che la vita aveva provato a ridargli.....qui ci sono i dati necessari per contribuire...ve l'ho detto, basta poco...qualche minuto, e un contributo, anche minimo... :) 


La mia ricetta per loro è semplicissima...a mio modesto parere, poco altro sa di casa come il profumo di un pane che cuoce in forno...e questi, sono panini semplicissimi da fare, veloci (anche contando la lievitazione), che vengono bene per un "lastminute" e il pane manca.... Li dedico a loro, perchè presto possano sentirne il profumo dentro una casa, casa loro...e possano riempirli come vogliono, con un buon salame o tanta nutella!!!
In bocca al lupo!!!!!

PANINI SEMPLICI
Ingredienti:
500 gr farina di manitoba
250 ml di acqua tiepida
1 panetto di lievito di birra
1 cucchiaio di zucchero
3 cucchiaini di sale
mezzo bicchiere di latte
sale grosso, olio e rosmarino q.b.

Nella ciotola della planetaria mettere la farina. A parte, sciogliere completamente il lievito nell'acqua tiepida e con un cucchiaio di zucchero. Aggiungere il lievito sciolto alla farina. Mettere il sale e il latte e azionare la planetaria con il gancio a U. Incordare bene l'impasto. Quando si sarà formata una bella palla soda fermare la planetaria e dare un ultima impastata a mano sul tavolo infarinato. Coprire con carta da forno una leccarda. Dividere l'impasto in tante palline piccole (poi lievita!!!), fare un taglio a croce su ognuna e metterle a lievitare dentro il forno, che dovrà esser spento ma caldo (fatelo andare mentre preparate il panetto di pasta a una temperatura sui 50°), coprendo con un telo pulito. Lasciar lievitare almeno due ore. Trascorso il tempo necessario, tirar fuori i nostri panini e riscaldare il forno a 200°/220°. Spennellate con un po di olio i panini, spargete una piccola quantità di sale grosso su ognuno, e posate o infilzate del rosmarino al centro del taglio a croce. Infornare per 20 minuti/ mezz'ora. 
Morbidi e profumatissimi!




giovedì 3 novembre 2011

Pumpkin Bread



Quello che sto per raccontare è l'esempio lampante di come il cibo stia a Slowfood come i cavoli stanno alla classica merenda....
Da tempo ormai presa dal desiderio di eliminare merendine confezionate ma di non togliere al pargolo il piacere di una merenda dolce a scuola, sforno dolci su dolci, crostate, biscotti, repliche di merendine "griffate" e quant'altro. E, strano ma vero, il pargolo in questione pare apprezzare. Colta dallo slancio del suo gradimento, decido un giorno di andare forse un po troppo oltre il seminato..... L'occasione arriva dalla famosa zucca dalla quale sono nati anche questi , e da una mia improvvisa nostalgia del mio anno nel Maine. Infatti questo è un "pane dolce" tipico del posto e ovviamente di questa stagione. Anzichè prepararlo a forma di plumcake (come dovrebbe essere da tradizione) lo faccio a forma di ciambella, perchè non chiedetemi il motivo, Slowfood se son ciambelle le mangia senza fiatare, ogni altra cosa ha bisogno di un po di tempo per essere accettata...La mattina, gliela schiaffo sotto al naso e gli faccio vedere quanto è bella. Lui concorda, e non esita a dire si quando propongo di dargliene una fetta per merenda a scuola. Ovvio, il malcapitato non ha la minima idea di quale sia l'ingrediente principale, e ignaro di ciò, quando all'uscita da scuola gli chiedo se gli è piaciuta la torta risponde che era proprio buona. Gongolo trionfante dentro di me, ma resisto alla tentazione di spiattellare subito la verità...decido che è meglio che prima se ne faccia fuori almeno altre due o tre fette e si convinca proprio del suo buon sapore, poi gli verrà svelato l'arcano. Se non fosse che nel pomeriggio riceviamo visite....All'ora di merenda, raduno mamma e bimbo ospiti al grido di "chi vuole un pezzo di torta?" e inaspettatamente, il primo ad arrivare gridando "ioooooooo!!!!" è proprio lui, mio figlio. Mai visto tanto entusiasmo in lui per una cosa mangereccia. Ho quasi una lacrima di commozione. Siamo tutti seduti a tavola, con fettina di torta davanti già mezza morsicata quando la mia ospite esclama (senza sapere che avrebbe di li a poco causato un danno irreversibile): "che buona questa torta? Cosa c'è dentro? Sicuro la cannella!".......Io sbianco...già, la zucca era l'ingrediente segreto, ma c'è da dire che anche la cannella aveva un suo potenziale distruttivo....e infatti, con la coda dell'occhio, vedo l'infante figlio mio posare inorridito la sua fetta di torta mangiucchiata nel piatto e, pensando di non esser visto, risputare nel fazzoletto ciò che fino ad un secondo prima stava goduriosamente assaporando.....quello che segue dopo non si puo narrare, vi basti solo sapere che Slowfood è ancora in vita, che comunque si è categoricamente rifiutato di mangiare una sola briciola in più della suddetta torta e che ancora adesso (che sono passati diversi giorni) glielo rinfaccio biecamente, guardandolo con occhi da strega cattiva.....
Vi supplico...voi non fate come il piccolo "cibofobo". Provate a fare questo "pumpkin bread", assaggiatelo con tutti i vostri sensi... Prima annusate l'intenso profumo speziato che emana, poi sentitene la leggerezza con le mani, e infine, assaporatelo e gustatene ogni singola briciola, perchè ve lo giuro...NE VALE LA PENA.

PUMPKIN BREAD
Ingredienti:
500 gr di polpa di zucca
4 uova
400 gr di zucchero
240 ml di olio di riso (io olio evo)
450 gr di farina
1 cucchiaino di noce moscata
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
2 cucchiaini di cannella
la punta di un cucchiaino di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino di sale (4/5 gr circa)
2 cucchiaini di bicarbonato di sodio

Innanzitutto, facciamo sbollentare la zucca in pochissima acqua, e appena è morbida abbastanza passiamola al minipimer e riduciamola in purea.
Attendiamo che si raffreddi un pochino e poi mettiamola nella ciotola della planetaria e con il gancio frusta iniziamo a montare aggiungendo tutte le spezie (la dose è direi quella minima; a piacere e dopo un attento assaggio si puo decidere di aggiustare i gusti, ma io non metterei assolutamente niente di meno di quello indicato!), l'olio, le uova, lo zucchero e il sale. Aggiungiamo poi la farina e il bicarbonato setacciati insieme un cucchiaio alla volta per evitare la formazione di grumi. L'impasto risulterà piuttosto liquido, e va bene così, infatti la torta dovrà risultare un poco umida all'interno una volta cotta.

A questo punto, ungere con un po d'olio una teglia capiente, oppure tre piccoli stampi da plumcake e la ricetta dice "infornare a 180° per 45/50 minuti". Io lascio a voi e al vostro forno la decisione finale. Quello indicato è decisamente il tempo minimo, e probabilmente è perfetto se si divide la quantità di impasto in tre piccole torte. Io, che ho fatto la scelta della ciambella unica, ho dovuto lasciarla in forno quasi il doppio perchè fosse si un po umida all'interno ma non cruda.....dopo attimi in cui ho sudato freddo pensando di dover buttare via tutto, non mi sono data per vinta e ho coperto con un foglio di alluminio per evitare che si bruciasse in superficie e ho continuato la cottura di venti minuti in venti minuti, finchè la prova stecchino non mi ha dato il via libera per tirarla fuori dal forno.....Provatela, non resterete per niente delusi!